sabato 21 luglio 2018

Eiichiro Oda: "ONE PIECE è all'80%. Quando finire il manga sarà una mia scelta libera."

sabato 21 luglio 2018
Salve ragazzi! :D
Oggi vi portiamo due sfiziose interviste rilasciate da Eiichiro Oda al giornale Yomiuri Shimbun ed al Weekly Shōnen Jump per celebrare i 50 anni della rivista.
Di seguito la traduzione by DFS della prima, in versione integrale e dei punti salienti della seconda.

Domanda: Cosa pensa di questo lungo viaggio, che dura ormai da 21 anni ed oltre 900 capitoli?
Eiichiro Oda: Mi sorprende sempre quando un vincitore del premio "Miglior Manga Emergente" indetto dal Jump o qualche redattore mi dice "ONE PIECE è iniziato prima che io nascessi". Tuttavia inizio a farci l'abitudine.

D: Come mai la storia continua da così tanto tempo, pur mantenendo un ritmo senza soste?
EO: Probabilmente è colpa dei personaggi, che fanno un po' come vogliono... All'inizio della serie, la mia idea era di far unire i personaggi alla Ciurma similmente a quanto accade nei videogiochi: sconfiggi il cattivo e qualcuno si unisce a te. Ma, interagendo con altre persone, ho capito che se un ragazzino arrivasse all'improvviso e mi dicesse "Diventa un Pirata insieme a me!" io non accetterei. Dovrebbe avere davvero argomenti convincenti per farmi unire alla sua Ciurma.
All'inizio pensavo che Rufy avrebbe avuto 10 compagni nella sua Ciurma entro il primo anno e mezzo. Dopo oltre 20 anni, la storia è circa all'80%, eppure soltanto 9 compagni si sono uniti finora.

D: Oda-san, cosa rappresenta Rufy per lei?
EO: Rufy è il mio figlio ideale. Sarebbe bello se tutti i bambini fossero come lui.
Ogni tanto pronuncia frasi significative, ma voglio che resti fondamentalmente un bambino per sempre.
Ci sono alcune parti di lui che sono ancora un mistero, anche per me, ed è un bene che sia così. Se io sapessi già tutto, la mia utilità per i lettori sarebbe esaurita.

D: La morte del fratello di Rufy, Ace, ha colpito molto i lettori.
EO: E la cosa mi preoccupava molto.
Tuttavia Rufy, per crescere, aveva bisogno di un lutto di quella portata.
La reazione dei lettori superò ogni mia aspettativa. Fu qualcosa che dovetti superare, insieme a Rufy. Dopotutto se fosse tutto rosa e fiori, la serie non sarebbe durata così a lungo.

D: Inoltre quasi nessun nemico o alleato era morto fino a quel momento, quindi la cosa fu ancora più sconvolgente.
EO: Non mi piace disegnare scene in cui la gente muore. Quello che mi piace è invece disegnare le grandi feste a conclusione delle battaglie, ma se la gente muore non c'è niente da festeggiare
Quelle feste per me rappresentano l'ideale dell'amicizia, mi piace chiudere tutte le fila con una grande festa alla fine.

D: A seguito della morte di Ace, il messaggio 3D2Y che Rufy lanciò ai suoi compagni marcò un punto molto importante della storia.
EO: Il Rufy di 17 anni non aveva alcuna speranza di poter battere nemici potenti come gli Imperatori. Avevo bisogno di 2 anni per dare modo a Rufy e i suoi compagni di crescere sfruttando la loro immaginazione.
Decisi di fissare il ritrovo dopo solo 2 anni perché non volevo che Rufy diventasse troppo adulto. Il manga deve rimanere uno Shōnen, dopotutto.

D: Rufy sogna di diventare il "Re dei Pirati", ma cosa significa di preciso?
EO: Da un lato Rufy pensa che il Re dei Pirati sia "la persona che gode della maggiore libertà di tutti i mari". Dall'altro lato Rufy agisce sempre pensando agli altri. Gli piace aiutare le persone che si trova davanti; se può rendere felice qualcuno, questo renderà felice anche lui. E coloro che lui aiuta un giorno ricambieranno il favore.
Credo che questo spirito da Samurai, contraddistinto da un cuore generoso che si batte per il bene degli altri, debba essere trasmesso alle future generazioni.
Per questo apprezzo tanto i vecchi film sulla Yakuza. In effetti, ritengo Bunta Sagawara-san [l'attore da cui Oda ha tratto ispirazione per il design del Grand'Ammiraglio Sakazuki, ndt] l'uomo più affascinante del mondo.

D: Cosa direbbe ad un bambino, per aiutarlo a realizzare i propri sogni?
EO: Io non pongo mai alcun messaggio nel mio manga. Ma se sentite qualcosa, leggendo le avventure di Rufy e i suoi amici, allora reagite di conseguenza. Su 100 persone, immagino ci saranno 100 reazioni diverse.


Ecco invece i punti salienti toccati da Oda nell'intervista al WSJ:

- Il primo capitolo di ONE PIECE fu rifiutato due volte prima di essere pubblicato.
- Oda non sente il peso di essere l'autore più importante del Jump, è soltanto felice se tante persone leggono la rivista. In ogni caso, si impegna al massimo per realizzare storie sempre più interessanti.
- Oda dice di sentire su di sé una grande responsabilità: quando sarà contento della conclusione di ONE PIECE, non lo continuerà neanche se i redattori glielo chiederanno. La fine del manga dovrà essere una sua scelta libera.
- Oda si sente "molto solo" senza Kishimoto, che ha pubblicato insieme a lui sul Jump per 15 anni. Lui e Kishimoto sono coetanei e le loro opere sono diventate famose nello stesso periodo, hanno molto in comune.
- Secondo Oda, anche tra mangaka che si conoscono da molti anni, ci sono cose che non possono essere dette chiaramente quando la popolarità dei due manga è diversa. Lui e Kishimoto si vedono comunque spesso e si ritrovano a preoccuparsi delle stesse cose; entrambi si dedicano anima e corpo al proprio lavoro.
- Ci sono manga che di tanto in tanto sembrano ricordare ONE PIECE come spirito popolarità, tuttavia l'unico mangaka con cui Oda si sentirà sempre sulla stessa lunghezza d'onda è Kishimoto. Anche se Kishimoto non sta pubblicando niente in questo momento, continuano a sentirsi e Kishimoto ascolta i problemi di Oda.
- Secondo Oda al giorno d'oggi la gente tende a leggere tante riviste diverse, quindi è più difficile che tutti leggano lo stesso manga. Secondo Oda non è una buona cosa, perché lui ai suoi tempi faceva amicizia grazie alla lettura di DRAGON BALL. I manga devono servire per far nascere amicizie tra le persone, soprattutto per riviste come il Jump che vengono lette da ragazzi.
- Oda si chiede se sarà mai possibile far incontrare insieme personaggi di manga e riviste diverse, come successo con gli Avengers.
- Quando Oda legge il Jump di oggi, ha l'impressione di non riuscire a comprendere tutte le serie pubblicate, si sente un po' come un nonno. Rendendosi conto di questa cosa, sta cercando di porvi rimedio. Per un manga la competizione non è per essere "migliore", ma per coinvolgere il più grande pubblico possibile. Se mai ONE PIECE dovesse scendere in popolarità, Oda si impegnerebbe maggiormente nella ricerca di cose nuove, ma per il momento il suo manga è sempre il più popolare.

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